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4-5 persone

2 camere

4 letti

2 bagni

La zona circostante

Appartamento in complesso turistico collocato nel punto più rientrante della baia del golfo di Patti tra il suggestivo Golfo di Milazzo e il bellissimo capo Tindari. Caratterizzato da ville, immerse nel verde, che si affacciano su canali navigabili, lungo i quali, sono dislocati ormeggi e pontili per l'attracco delle barche È il più grande porto turistico siciliano, e tra i più esclusivi del Mediterraneo,paradiso di velisti ed amanti del mare. È il resort ideale per chi ama una vacanza dinamica con innumerevoli attività di intrattenimento, e per chi desidera momenti unici in completo relax.

Attività e attrazioni

Tindari e Marinello

L’irresistibile fascino di svariati luoghi della nostra isola è, frequentemente, il risultato di una sapiente commistione tra più disparati fattori, soventemente in contraddizione tra loro. Si pensi – una tra tante – a come nei secoli leggende pregne di superstizioni pagane e convinzioni religiose si siano ben amalgamate, creando un substrato immaginifico divenuto parte insita e costitutiva, al pari della terra e delle pietre originarie di quei luoghi. Visitare, su in vetta, Tindari e, giù a strapiombo, i suoi mutevoli laghetti di Marinello è anche questo: unione esperienziale della storia biologica e scientifica della riserva con lo spirito intriso di leggenda del santuario, eretto per la Madonnina bruna: NIGRA SED FORMOSA.

Cenni storici su Tindari

La splendida cittadina nel golfo di Patti, in provincia di Messina, fu fondata nel 396 a. c. da Dioniso I, tiranno di Siracusa, come colonia della Magna Grecia, al fine di fronteggiare gli attacchi dei Cartaginesi. Fu nominata Tyndaris in onore del Re di Sparta, Tindaro, e sotto la dominazione romana divenne un’importante base navale fino all’arrivo distruttivo prima dei Bizantini e poi degli arabi nel 836.

Le meravigliose testimonianze architettoniche del periodo romano sono visibili ancora oggi area archeologica dove si trovano il Teatro, la Basilica, le Terme, le abitazioni e le case patrizie con i mosaici colorati ancora ben conservati. In corrispondenza dell’antica acropoli, sul versante orientale del promontorio a strapiombo sul mare, si erge poi il Santuario della Madonna bruna: principale attrazione turistica del luogo. Al suo interno è custodita una statua di legno di cedro del Libano raffigurante la Vergine bizantina con Bambino. La tradizione che afferma l’arrivo della statua della Madonna a Tindari intorno all’epoca degli iconoclasti, verso la fine del secolo VIII o nei primi decenni del secolo IX, è molto verosimile ed è avvalorata dalle fonti storiche che annoverano Tindari sotto la dominazione dei Bizantini per circa tre secoli (535-836); e l’opposizione della Sicilia all’eresia degli iconoclasti.

Cenni leggendari su Tindari e i Laghetti di Marinello

Più affascinante è di certo la leggenda che accompagna l’arrivo della statua di cedro: secondo il mitico racconto la statua della Vergine, ben nascosta nella stiva di una nave proveniente dall’Oriente per sottrarla alle persecuzioni iconoclaste, fu abbandonata i nei pressi della baia di Tindari, l’odierna Marinello, durante una tempesta notturna. All’alba del giorno dopo i marinai ansiosi di ripartire, sembrarono essersi incagliati in quel tratto di mare: la nave non osava spostarsi più di un millimetro. Solo dopo aver scaricato la statua che da lì, evidentemente, non volle più andar via, la ciurma fu libera di abbandonar il porto.

I leggendari miracoli della Madonnina bruna continuano e si scoprono, addirittura, essere alla base della genesi dei particolarissimi laghetti di Marinello.

I due piccoli specchi di acqua, creati dal mare insinuatosi nella baia sabbiosa, si possono ammirare, appena fuori dal Santuario, dalla terrazza a picco sul promontorio. Lo scenario, contornato dalle più belle sfumature di blu-mare, è veramente mozzafiato, e dall’alto sembra formare la figura di una donna velata con le braccia pronte ad accogliere. Da ciò deriva forse la leggenda che narra di una madre, accorsa al santuario di Tindari, con la figlia malata e rimasta delusa alla vista del suo colorito scuro. Per essere precisi le parole esatte della donna sarebbero state, da tradizione: “Hàju vinutu di luntana via ppi vidiri a una cchiù brutta di mia”. Tuttavia a seguito della caduta rovinosa della figlia dall’alto monte e all’improvviso ritirarsi delle acque che formarono per l’appunto i laghetti di Marinello, la donna fu costretta a ricredersi e adorare il miracoloso salvataggio della figlia ad opera della bruna Madonna.

I miracoli della natura: i Laghetti di Marinello

La riserva naturale orientata dei Laghetti di Marinello è un’area protetta di 400 ettari, e la sua bellezza è di per sé miracolosa.

I laghetti sono, in realtà, formazioni temporanee di origine salmastra, formate dall’azione delle maree e dall’intervento umano; infatti, a seconda del passaggio del mare, il numero dei laghetti e la loro conformazione cambia continuamente, con il cambiare delle stagioni. Anche se la riserva è stata istituita nel 1998, ma di queste formazioni si ha memoria fin dal 1877. A ridosso del costolone di roccia, e tra le lingue di sabbia bianca, si trovano le formazioni lacustri più antiche: il Mergolo, il Verde e il Marinello, che dà il nome all’area protetta. Sono poi numerose quindi le specie endemiche, di flora e fauna, che caratterizzano il luogo: il fieno di mare, l’elicriso e il barboncino del Mediterraneo, ad esempio e tra le specie dell’ittiofauna, merita una menzione il ghiozzetto macrocefalo, un piccolo esemplare della famiglia dei pesci ossei, che vive a modeste profondità sui fondali fangosi del Verde. Più ci si sposta dal mare, più i laghetti presentano acqua più dolce, e la fauna e la flora, caratterizzata dalla macchia mediterranea, diventano caratteristici del resto di Sicilia: i cespugli di cappero, mirto, fichi d’India e canne, tipica vegetazione delle zone lacustre. Tuttavia rimane il mare cristallino con le sue sfumature paradisiache a essere i veri protagonisti di questa riserva

Isole Eolie
L’uomo e le caratteristiche geografiche hanno dato un’impronta diversa ad ogni isola. Filicudi ed Alicudi sono un “rifugio antistress” dall’ambiente incontaminato. Panarea è l’isola alla moda, meta di un turismo d’élite. Stromboli e Vulcano, aspre e selvagge, attirano un turismo giovanile un po’ bohémien. Salina, la verde, con le sue montagne gemelle, per la sua tranquillità è la prediletta da tante famiglie con bambini. Lipari, l’isola maggiore e più abitata, sede del Comune da cui dipendono tutte le altre isole (esclusa Salina), offre, a chi ha esigenze di comfort e di ampi spazi, tutti i servizi, compresi un ospedale attrezzato e un porto riparato.

Le Eolie devono il loro nome ad Eolo, signore dei venti, che qui, secondo Omero, aveva il suo regno. Isole piene di sorprese e di contrasti. Chi oggi vi si avvicina, con la nave o l’aliscafo, non può fare a meno di essere sopraffatto dalla magnificenza del paesaggio e di essere invogliato ad esplorarlo. “Isole vaganti”: nel corso dei millenni, le eruzioni le hanno più volte modificate nelle dimensioni e nell’aspetto.
Le coste ed i fondali sono stupefacenti ma anche l’interno delle isole è ricco di fascino: imponenti vulcani sempre attivi, bizzarre formazioni rocciose, fitta vegetazione a Salina, villaggi preistorici a Lipari, Panarea e Filicudi e i tesori archeologici, che il mare ha restituito e sono gelosamente conservati nel Museo Archeologico di Lipari.

Il Parco dei Nebrodi, il più grande della Sicilia: un tripudio di boschi lussureggianti, vallate, laghi e corsi d’acqua dove la natura permette all’uomo di convivere nel reciproco rispetto.

Trovandosi nell’area nord-orientale della Sicilia, nessuno potrebbe mai immaginare di trovarsi al centro del Mediterraneo, dove boschi, valli e laghi avvolgono il visitatore. E’ l’ultimo tratto dell’Appennino, appunto quello Siculo (formato da Nebrodi, Peloritani e Madonie), fra questi, i Nebrodi meritano il paragone con i rilievi della Svizzera.
Nebros significa cerbiatto, che testimonia un tempo in cui il territorio presentava una fauna leggendaria: cervi, daini, caprioli.

Boschi sconfinati, mestieri scomparsi, fauna allo stato brado. E’ questa la cartteristica dei Nebrodi, sopravvissuti alla prepotenza del progresso.

Per conoscere meglio quest’isola di verde bisogna spostarsi al confine di tre province, Messina, Catania ed Enna. Tra Tirreno a Nord, Madonie ad Ovest, Etna ed Erei a Sud e Peloritani ad est, il territorio dei Nebrodi, con i suoi di 85 mila ettari di estensione, è tutelato da un Parco regionale, il più vasto dell’isola, in cui ricadono ventitré Comuni.

Uno dei periodi migliori per scoprirlo è l’autunno, quando i boschi cambiano pelle: lasciano la tipica colorazione verdeggiante per vestirsi di rosso, arancio, giallo, tinteggiando il paesaggio di una meravigliosa varietà di colori.

I Nebrodi, grazie al loro ambiente boschivo, ampie vallate, fiumare e zone umide, fanno sì che un ambiente ricco di diversità faunistica prenda vita. Qui si possono trovare il gatto selvatico, unico felino allo stato selvatico presente in Italia, la martora, il ghiro. Tra i rapaci si trovano le aquile, per le quali è attivo il telerilevamento nel nido, che permette di seguire il periodo che va dalla deposizione delle uova all’involo dei piccoli, e anche i grifoni, che sono stati reintrodotti da qualche anno, e circa dieci esemplari hanno già iniziato a nidificare.

Montalbano Elicona (Muntarbanu in siciliano) è un comune italiano di 2.485 abitanti della Città metropolitana di Messina in Sicilia.

La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia ed è stata proclamata Borgo dei borghi 2015 .È caratterizzata dalla presenza, nella parte antica dell’abitato, di un antico castello che fu residenza estiva di re Federico II di Aragona

Num. di riferimento Rentalia: 845688

Caratteristiche dell’appartamento

Piscina

Giardino

Barbecue

Terrazza

Mobili da giardino

Parcheggio

Piscina condivisa

Giardino privato

Aria condizionata

Tv

Lenzuola

Asciugamani

Internet/wifi

Riscaldamento

Culla

Asciugacapelli

Lavatrice

Ferro da stiro

Caffettiera

Animali ammessi

Fuori dal centro urbano

Affitto biciclette

Noleggio auto

Static map

Indirizzo

COMPLESSO PORTOROSA,VIA PRESTIPAOLO 27

98054 Tonnarella Messina (Italia)

Ubicazione e zona

500 m dal mare, 300 m dal centro della località, 180 km dall'aeroporto, 500 m dal supermercato, 3 km dalla stazione dei treni, 700 m dalla stazione degli autobus, 8 km dall'ospedale, 3 km da un itinerario di trekking

Attività

20 m da un porto turistico, 3 km da un centro di equitazione, 50 m da un centro immersioni

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Dati del propietario

vincenzo verificatocheck_circle

place

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vincenzo parla spagnolo, inglese, francese, italiano .

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